NAPOLI – ”L’episodio della neonata morta su di un’ambulanza in viaggio tra Catania e Ragusa e quello della piccola dimessa dal Santobono – senza entrare nel merito dei fatti di cronaca – sono un chiaro indice della destrutturazione della sanità italiana che viaggia spedita verso una situazione più che critica nonostante l’impegno di medici, infermieri ed altri operatori”. E’ quanto dice Roberto D’Angelo, segretario provinciale di Napoli della Cisl Medici.
“La Campania ne è un esempio – aggiunge D’Angelo – quello che nessuno dice è che la Campania, nonostante il pareggio di bilancio come tutte le Regioni soggette a piano di rientro dal deficit è stata il laboratorio di sperimentazione di questa destrutturazione in ragione di tagli che hanno falcidiato l’assistenza sanitaria e solo la Provvidenza ha evitato finora episodi simili a quello siciliano. Basta ricordare quanto è accaduto nell’inverno 2012-2013, durante il trasporto in ambulanza di una donna gravida pre-termine presso una Terapia intensiva neonatale (Tin) della provincia di Salerno l’ambulanza si guastò sull’autostrada.
Tutto questo per dire che l’inscindibilità del binomio Maternità-Tin ribadita dal ministro Lorenzin a caldo è confortata non solo dalle linee guida scientifiche internazionali ma era stata enunciata in modo inequivocabile anche dalla struttura commissariale regionale sin dal 2011”. ”Salvo poi – aggiunge D’Angelo – programmare in maniera diametralmente opposta con la chiusura anche di questo presidio del centro storico per accordi e statuizioni risalenti tra Asl Napoli 1 e azienda Santobono”.
Mentre nell’area centro-occidentale, infatti, percorrendo 17 chilometri dal Santobono si incontrano tre reparti di pediatria (Fatebenefratelli, San Paolo e Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli), nell’area orientale, con una popolazione residente che in un raggio di 10 km dal nuovo ospedale del Mare (che anch’esso, pare, ne sarà sprovvisto) pareggia quella dell’intera Basilicata, bisogna percorrerne il doppio della distanza per trovare i primi reparti di pediatria (Santa Maria della Pietà di Nola o Boscotrecase).
Si consideri anche che l’Ospedale Santobono si trova in un’area cittadina ad elevata densità di traffico e per raggiungere il quale dall’area orientale bisogna percorrere la Tangenziale” ”Allo stato – si evidenzia – la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale in fieri, rivista dopo la sostanziale inattuazione del piano del 2010, non pone rimedio a questa situazione. Manca un’adeguata previsione delle Tin in rapporto ai cosiddetti Punti nascita e ciò rende pericoloso partorire in Campania. Non si capisce perché la Tin deve restare al Santobono – dove non c’é ostetricia – e deve mancare ad esempio al Loreto Mare, dove invece l’Ostetricia c’è”