CONFERENZACENTRALEDEL LATTESALERNO

Le segreterie confederali provinciali Cgil, Cisl, Uil e Ugl in campo per ribadire con forza il loro no alla vendita della Centrale del Latte di Salerno, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina presso la sede dell’Ust Cisl di Salerno – dopo il rifiuto del management della Centrale del Latte a non concedere la sala conferenze dell’azienda di via Fuorni

Hanno spiegato i motivi per cui si dicono, ancora una volta contrari, alla privatizzazione della Partecipata del Comune di Salerno. “Questa non è una semplice vertenza”, ha esordito Maria Di Serio, segretario generale della Cgil Salerno. “Qui si coinvolge l’intero tessuto sociale e si parla dell’intero rilancio economico locale. Come si fa a costruire questo famoso Polo agroalimentare se si vende la Centrale del Latte di Salerno? Bisogna salvaguardare la produzione di qualità e i 50 lavoratori circa occupati. Abbiamo il dovere di capire quale sarà il loro futuro”.

Parole dure sono arrivate anche da Matteo Buono, segretario generale della Cisl Salerno: “Noi abbiamo sempre avuto un atteggiamento propositivo sulla vicenda, nonostante il no secco sulla vendita. I sindacati ad agosto non erano in ferie e su questo siamo pronti a sfidare anche il sindaco De Luca e l’assessore Buonaiuto in un confronto pubblico. La Centrale è un fiore all’occhiello del territorio. Vendere quest’azienda, come tutte le altre Partecipate del Comune, significa perdere una vera e propria rete di servizi. Noi in questo senso abbiamo sempre chiesto un confronto all’Amministrazione, ma c’è stato sempre negato. Come si fa a sostenere le eccellenze locali, vedi l’iniziativa della Camera di Commercio accolta anche dal Comune capoluogo, se poi si vende la Centrale? A Genova, l’azienda locale, dopo la vendita a Parmalat, è finita nelle mani della Lactalis che si rifornisce da una ditta di Bergamo che importa latte dalla Francia e ha messo in cassa integrazione gli operai. Il bando? C’era stato assicurato un confronto con i lavoratori e sindacati, ma noi questo disegno c’è l’aspettavamo”. Infine, la stoccata sul presidente della Centrale del Latte di Salerno, l’onorevole Ugo Carpinelli: “Lo rispettiamo per la sua storia politica ma come si fa a dire che la Fondazione Carisal, che ha avanzato una proposta d’acquisto, non capisce niente di come si gestisce un’azienda? Lui lo sa? Quante aziende ha gestito prima della Centrale? Per queste parole dovrebbe vergognarsi. I lavoratori e i cittadini stiano tranquilli: noi non ci rassegneremo”. Sdegno è arrivato anche dalla Uil salernitana, rappresentata dal segretario generale Gerardo Pirone: “Il Comune è così indebitato che deve vendere una delle sue migliori aziende. Si tratta di un indebitamento che i salernitani pagheranno per tanto tempo. Adesso bisogna dare una mano al settore agro alimentare. L’Amministrazione comunale è in coma, nonostante il luccichio delle Luci d’Artista, ma vendere la Centrale è assurdo”.

A fare i conti in tasca a Palazzo di città c’ha pensato anche Franco Bisogno, segretario provinciale dell’Ugl: “Si vende l’unica azienda partecipata in attivo e poi si spendono oltre due milioni di euro per le Luci d’Artista, 3 milioni e mezzo di euro per il cartellone del teatro ‘Verdi’ e 867mila euro di pulizia per i bagni pubblici. Gli sprechi a Salerno sono altri. La Centrale deve rimanere pubblica”. 

 

 

 

CENTRALE DEL LATTE DI SALERNO, SINDACATI UNITI: “DEVE RIMANERE PUBBLICA”