Sfruttare l’opportunità della Zona economica speciale per rendere competitive le aziende e rilanciare l’occupazione. Ma sul fronte lavoro, anche il sindacato è pronto a fare la sua parte, come assicura il segretario provinciale Cisl Gerardo Ceres .
Come si può risollevare il livello occupazionale giovanile in provincia, considerato anche il flop di strumenti come “Garanzia Giovani”?
“Garanzia Giovani” di per sé è molto utile. Dal mio punto di vista, è stato poco utilizzato perché scarsamente conosciuto dalle aziende e poco favorito dai consulenti del lavoro che hanno una funzione importante nelle piccole e medie imprese. L’impressione è che la lobby dei consulenti del lavoro non favorisca pienamente l’innovazione di strumenti e politiche attive del lavoro. La Cisl ha appoggiato anche l’idea del ministero di aumentare il costo del lavoro per i contratti a tempo determinato, e rendere più favorevoli per le aziende i contratti a tempo indeterminato.
Troppe aree industriali depresse e vertenze aperte. Creare occupazione significherebbe anche risolvere queste spinose questioni.
Risolvere le singole vertenze sarebbe un segnale per chi vuole investire perché daremmo il senso di una provincia che è in grado di superare processi complessi. Negli anni c’è stata un’eccessiva segmentazione dei rapporti tra istituzioni, mondo dell’impresa e sindacati. È arrivato il momento di mettere insieme tutti questi soggetti e stipulare un patto per la crescita, dove ognuno metta un pezzo delle proprie disponibilità. Dal punto di vista della Cisl, per ogni imprenditore che intende investire sul nostro territorio, siamo disponibili ad avere un atteggiamento negoziale anche sul piano contrattuale, di sostegno nella fase di start up purché non si ledano i diritti e si crei occupazione.
Le Zone economiche speciali sono una grande novità. Come sfruttarne i vantaggi?
È un’occasione storica perché introduce sgravi fiscali e abbassamento di costi per le aziende, tali da renderle molto competitive. Gli imprenditori che decidono di allocare aziende nella nostra zona economica speciale, offrono occupazione di qualità e dobbiamo predisporre un disegno con rafforzamenti della rete infrastrutturale,
snellimento delle procedure burocratiche e accompagnare così al meglio le imprese che decidono di investire.
Sul fronte sanità, secondo Cisl, cosa preme che si cambi?
Bisogna ripensare al modello organizzativo, rendendo il sistema della sanità prossimo alle comunità. C’è stata un’eccessiva centralizzazione di alcuni processi e su questo chiediamo al direttore generale di aprire un confronto con le nostre federazioni della sanità e del pubblico impiego. Non è possibile, ad esempio, che l’Asl di Salerno garantisca infusioni per chemioterapie solo all’ospedale di Pagani e non a Polla, assicurando questo servizio per tutta l’area meridionale della provincia. Non è possibile che per le patenti speciali l’anziano di Sapri o di Scafati debba arrivare ad Eboli perché lì è stata allocata la commissione provinciale. Sono solo degli esempi che ci spiegano come bisogna immaginare un modello completamente differente.
Procedendo sempre per priorità, quale altro settore meriterebbe maggiore attenzione?
Le politiche sociali sono un altro nervo scoperto. Sulla provincia esistono i diversi ambiti, i Piani sociali di zona. Dobbiamo aprire un confronto in ogni ambito per assicurare servizi efficienti di sostegno alle famiglie e alle aree del disagio, dando però centralità ai cittadini più che alle imprese o alle cooperative sociali che questo servizio lo devono assicurare. Nel recente passato c’è stata l’impressione che l’attenzione fosse diretta più a chi questo servizio lo doveva svolgere che a coloro che lo dovevano ricevere.
Rossella Fusco
IL SEGRETARIO PROVINCIALE DELLA CISL GERARDO CERES «PRONTI A NEGOZIARE SUI CONTRATTI CON CHI INVESTE IN QUEST’AREA»