“Il direttore generale dell’Asl di Salerno, Antonio Squillante, pur avendo avuto il merito di sottoporre all’attenzione di sindacati ed amministratori locali, le proposte per un nuovo piano per la gestione dei plessi ospedalieri nella Piana del Sele, non convince la Cisl di Salerno, perché pur avendo a disposizione gli strumenti per decidere, tergiversa e non chiarisce come l’offerta sanitaria nella zona possa essere riqualificata e capace di garantire un elevato livello di cure ai cittadini del territorio”.
E’ quanto dichiara Matteo Buono, segretario generale della Cisl provinciale a margine dell’incontro che si è tenuto, questa mattina, all’interno dei locali del Comune di Roccadaspide. “Le dichiarazioni rilasciate da Squillante circa la possibilità che le organizzazioni sindacali possano fermare un ulteriore taglio a livello regionale di 12 milioni di euro ai danni dell’Asl di Salerno suonano come una condanna nei confronti dei consiglieri regionali della provincia di Salerno i quali, a dire del Manager, non avrebbero più alcuna capacità di incidere sulle scelte del Governo Caldoro”. “La Cisl di Salerno”, prosegue Buono, “è pronta, in ogni caso, sia a livello provinciale che regionale, a sostenere quelle iniziative che puntino a rendere meno drastici i tagli di fondi a carico della sanità salernitana. Con la Cisl, ne sono certo, ci sono anche Cigl e Uil, che hanno una posizione comune con la nostra organizzazione. In tale senso il prossimo 13 gennaio Cgil, Cisl e Uil, convocate dal direttore generale, Antonio Squillante, dopo una richiesta delle organizzazioni sindacali, confermeranno l’impegno unanime affinché non vi siano ulteriori penalizzazioni per la sanità della Provincia di Salerno e per evitare che siano vanificati gli sforzi, fino ad ora sostenuti, da parte dei cittadini”.
“Siamo consapevoli”, conclude il segretario generale della Cisl provinciale, “che le maggiori problematiche si registrano per tutti i comuni delle aree interne della parte meridionale della provincia di Salerno dove il sistema di viabilità rende problematico anche il servizio di emergenza. Non basta avere un ospedale ma ci vuole una struttura che funzioni”.