A spiegarlo sono Gerardo Ceres ed Ezio Monetta, rispettivamente segretario generale della Cisl Salerno e massimo esponente della Fit Cisl provinciale.
“Le attuali condizioni del fondale del porto danneggiano fortemente le attività turistiche e commerciali della città di Salerno e coloro che hanno deciso di investire e scommettere su tale settore”, hanno spiegato dopo le dichiarazioni rese dal segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale, Francesco Messineo, per commentare l’incontro a Roma al ministero dell’Ambiente. “Ci lasciano perplessi e delusi e per l’ennesima volta il territorio salernitano subisce danni dai paludosi iter burocratici che impediscono ogni possibilità di riscatto e rilancio dei territori. Nelle dichiarazioni emerge il dubbio sulla possibilità di completare l’escavo dei fondali del porto di Salerno entro il 2020 ed espone l’iter burocratico avviato dall’Autorità Portuale di Salerno già dal 2012. Tempi biblici e nemmeno certi, vergognosi al confronto con altre nazioni europee che danno l’idea dell’immobilismo nazionale sulle necessarie azioni da attuare per fronteggiare le crisi sui territori”.
Per la Cisl, invece, è necessario salvaguardare la capacità produttiva, valorizzare le potenzialità, le risorse umane e professionali deve essere l’obiettivo condiviso da chi riveste un ruolo per il territorio. Da qui, l’appello al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale, Pietro Spirito, al segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale, Francesco Messineo, al sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli, al presidente della Camera di Commercio, Andrea Prete e a tutti coloro che possono dare un contributo alla risoluzione dell’annosa questione.
“Serve avviare gli interventi sulle infrastrutture del porto, come l’ampliamento dell’imboccatura, il dragaggio dei fondali e la riqualificazione delle banchine, è necessario per il rilancio dello sviluppo commerciale e crocieristico di una realtà portuale che già adesso crea occupazione per il territorio. Opere come il dragaggio del fondale devono realizzarsi, nell’immediato, per annullare il fortissimo danno economico strutturale, riferito per esempio all’impossibilità di attracco per navi commerciali e da crociera di determinate dimensioni, nel porto di Salerno”, hanno continuato Ceres e Monetta. “Per fornire un dato certificato dalla stessa Autorità Portuale, si può valutare il numero di crocieristi in transito nello scalo salernitano (nel grafico in allegato), che dai 18.600 del 2007 sono passati nel 2015 a 189.500 per poi ridursi nel 2017 a 65.500 unità, con una perdita di 124.000 unità (-65.5%) e la relativa riduzione di risorse e occupazione sul territorio da attività dirette e indirette. Per effettuare i dragaggi nei porti in Italiani è un’impresa molto complessa a causa della macchina burocratica che prevede molteplici competenze e un continuo rimbalzo di responsabilità. Lo stesso Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Tirreno Centrale, Pietro Spirito, dichiarava amareggiato: “Ci chiamiamo Autorità ma dipendiamo da sette organismi nazionali a cui dobbiamo dar conto – chiamateci subordinazione non autorità”.
La crescita degli ultimi anni e le potenzialità recettive del traffico crocieristico, secondo la Cisl provinciale, sono evidenti e note a tutti, e lo scalo di Salerno può ancora più di oggi diventare uno degli scali più competitivi d’Europa sia in termini commerciali che turistici.
“Non si può condizionare lo sviluppo economico dalle lentezze burocratiche. La velocità degli ammodernamenti è un elemento di competitività dei sistemi economici. Diversamente dobbiamo negare la speranza e un futuro migliore alla nostra provincia”, hanno concluso Ceres e Monetta.